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Scopata dal viscido vicino di casa

Lo odiavo, mi faceva schifo, sentivo il peso ed il calore del suo corpo viscido addosso a me, la sua bocca bavosa che mi sbavava e leccava dal collo all'orecchio, il suo alito caldo e schifoso mentre mi sussurrava parole oscene e volgari, le sue braccia che passavano abbracciandomi dietro di me lungo la mia schiena a stringermi forte a lui schiacciandomi tutta sotto di lui, così forte da farmi mancare il respiro, le sue mani aggrappate alle mie spalle a spingermi giù per penetrarmi più a fondo possibile, mi sembrava che stesse entrando dentro di me con qualcosa di enorme, caldo, pulsante, che mi arrivava violentemente sino nelle viscere ad ogni sua spinta di volta in volta sempre più violente, allargavo più che potevo le gambe che non desideravo altro che di essere sfondata, sempre più brutalmente, sino a che le mie braccia lo hanno avvinghiato stringendolo ancora di più a me, la sua schiena pelosa e sudata tra le mie mani, i miei capezzoli turgidi e sensibilissimi schiacciati e strofinati dal suo petto villoso mentre mi fotteva, mentre lo sentivo sussultare, ansimare addosso a me … all'improvviso sento schizzi di calore dentro di me, schizzi che continuano ad inondarmi dentro la fica e non riesco più a trattenermi, a trattenere le vampate di calore che mi nascevano in pancia e si propagavano senza controllo in tutto il mio corpo, e inizio a venire, a godere in modo inconsulto, incontrollato, posseduta dalla persona più viscida, oscena, malvagia, odiata, antipatica per me, totalmente e vergognosamente alla sua mercé, godevo come una vacca in calore mentre il suo cazzo schifoso mi sborrava dentro, mentre il suo corpo lurido, sudato, puzzolente, odioso, mi possedeva e mi si avvinghiava totalmente, mentre la sua lurida bocca faceva quello che voleva sul mio viso, mentre il suo alito ripugnante godeva addosso a me … e io non riuscivo a non godere come una vacca, ripugnante a me stessa, e più mi sentivo violata, brutalmente violata, più era violento il mio piacere … vergogna e piacere … umiliazione e piacere …

Era disteso su di me, affranto dall' orgasmo che aveva avuto, puzzava, era caldo, era pesante, mi sentivo schiacciata, poi lentamente si alza, sfila da dentro di me il suo cazzo ormai moscio e gocciolante, sento qualcosa di caldo fuoriuscire e scorrere lungo il mio ano, si alza in piedi, mi guarda con un ghigno di scherno, mi afferra i capezzoli e me li strizza a farmi male, poi sputa su ognuno di loro dicendomi “sei proprio una puttana, una lurida tettona puttana”, mi torna a guardare con un ghigno, mi fissa a lungo sorridendo, all'improvviso mi sputa in faccia dicendo “vergognati tettona, vergognati per queste tue tettone oscene da vacca, sei soltanto una schifosa puttana, troia, una troia da monta, ecco cosa sei tettona di merda”, prende i suoi vestiti si riveste dandomi la schiena e se ne và dicendomi “tettona, la prossima volta mi sa che ti sfondo il culo”

E mentre se ne va mi rendo conto che ho i capezzoli turgidi e che mi sono portata una mano in mezzo alle gambe sentendo sulle dita qualcosa di appicicaticcio che mi sta colando fuori … per un attimo ho il desiderio di vederlo tornare indietro … e questo pensiero mi sconvolge di vergogna mentre il mio respiro si fa sussultante …

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